Crinali da abitare

Un crinale che proviamo ad indagare nell’incontro a Padova con la Coalizione Civica che ha contribuito in maniera determinante all’affermazione della coalizione più vasta che sosteneva la candidatura a sindaco di Sergio Giordani. Contro ogni aspettativa, contro il segretario della Liga Veneta e sindaco uscente Massimo Bitonci, contro la frammentazione politica della sinistra e tanto altro ancora, sono riusciti in una cosa affatto secondaria, dare anima e cuore alle tante persone deluse e allontanate da una politica incapace di visione e ridotta a strumento di potere. Incontriamo i protagonisti di Coalizione civica a conclusione di un gruppo di lavoro dedicato alle forme del loro stare insieme, argomento tutt’altro che banale. Tanto è vero che nell’ascoltarli si ha la sensazione che proprio il metodo più di ogni altro contenuto sia stato l’elemento capace di fare la differenza rispetto ad esperienze precedenti.

So che il metodo è sostanza e però inizio ad averne le tasche piene di un concetto – come sottotitola il libro di Michel Serres[1] – «dal quale non nasce niente». Forse per questo faccio un po’ di fatica a ritrovarmi nel loro racconto. Ma siamo qui in primo luogo per ascoltare e cercare di capire quel che di interessante si muove, specie in una città complessa come Padova che in questi decenni è continuamente passata di mano fra gli schieramenti e in sofferenza per come è stata ridotta, specchio di un moltiplicarsi di interessi piuttosto che di un disegno che se c’era rispondeva ai poteri forti (ed è sufficiente guardarsi intorno per comprenderlo). Ma ora? Un disegno alternativo c’è? E quali cambi di paradigma impone? Forse è ancora troppo presto per dare una risposta.

Mentre cerchiamo una strada verso l’ultima meta del nostro itinerario, Pieve di Soligo, è già notte. Sarà la stanchezza, ma fra noi aleggia un po’ di perplessità per quest’ultima conversazione. Troppo alte le nostre aspettative? Troppo poco tempo per approfondire? Mi colpisce che nessuno ci abbia chiesto qualcosa di questo nostro viaggio, come se la politica dovesse rispondere ad altro rispetto alle nostre domande. Veniamo da una terra dove il centrosinistra autonomista vince le elezioni da quasi venticinque anni, molti dei quali – a guardare il nord di questo paese – in perfetta solitudine. Forse che se oggi ci poniamo domande alte ciò non abbia a che fare con la considerazione che si può vincere e perdere, insieme?


[1]Michele Serres, Il mancino zoppo. Bollati Boringhieri, 2016