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Nel limes catalano, che ci parla di noi – Diario del viaggio in Catalunya

Itinerario catalano. Un diario di viaggio nelle contraddizioni di un’Europa che deve imparare ad ascoltarsi

di Michele Nardelli
«Come può l’Europa farsi carico della questione catalana? Ascoltando la Spagna. Non il governo di Madrid, ma la realtà di questo paese…».
Nelle parole di Alexis Rodriguez Rata, giovane studioso di Altiero Spinelli che incontriamo al Museo del Mar in una Barcellona battuta dalla pioggia, c’è forse l’essenza dei giorni di immersione nella questione catalana.

Autonomia, quel cambio di sguardo che serve all’Europa

di Michele Nardelli e Federico Zappini

La questione catalana sembra essersi incagliata nella storia del Novecento. Se non sapremo proporre un approccio diverso, indicare nuovi scenari, immaginare paradigmi inediti, sarà ben difficile disincagliarla. E se l’orizzonte di ciascuna delle parti (ma anche dell’Europa e a ben vedere di ognuno di noi) rimane ancorato ai concetti di sovranità da un lato e di autodeterminazione dall’altro, sarà difficile venirne a capo. Può infatti sembrare paradossale, ma nella contrapposizione sulla Catalunya i principali protagonisti la pensano sostanzialmente allo stesso modo.

Andata e ritorno, cercando la comunità | Incontro con Nicola Sordo

N 46° 8′ 29.073” – E 11° 39′ 42.132” | Castello Tesino

*Dove? – Nel cuore della valle del Tesino, a Castello Tesino.

*Chi? – Nicola Sordo, consigliere comunale. Anni fa ho conosciuto Nicola nascosto sotto una molteplicità di maschere. Clown, attore poliedrico, comico. In ognuna di queste sue interpretazioni ho sempre trovato in lui una sensibilità particolarissima, praticata nelle relazioni con il pubblico e con chiunque lo circondasse.

“Io questa crisi l’adoro…” – Incontro con Stefano Moltrer

N 46° 7′ 48.933” – E 11° 20′ 28.514” | Palù del Fersina

Dove? – Quando partiamo l’inverno si fa ancora sentire. A dire il vero, non è la partenza vera e propria, perché con Federico abbiamo immaginato che un viaggio nella solitudine della politica non avrebbe potuto trascurare la nostra di solitudine, che pure ci pervade e che ci interroga sullo stato di salute della nostra autonomia e, insieme, di quella felice sperimentazione originale che, fra intuizioni innovative e discutibili dirigismi, ci ha permesso di valorizzarne come mai in passato le prerogative di autogoverno.