Diventare anti-fragili | Incontro con Gianluca Taraborelli, Maurizio Napolitano, Valentina Sega

N 45° 27′ 55.634” E 9° 11′ 11.457” | Trento, Via Sanseverino 95

*Dove? – Impact Hub Trentino, Via Sanseverino 95

*Chi e cosa? – La composizione di un incontro come questo nasce dall’esigenza del viaggio che stiamo iniziando di intercettare anche – e soprattutto – voci che apparentemente hanno poco a che fare con una dimensione squisitamente politica, così come immaginiamo i nostri itinerari di ascolto, ricerca e confronto. Così sarebbe se la politica si intende come completamente slegata dall’attività quotidiana che ognuno di noi svolge. Questo sarebbe un errore interpretativo grave, che pure viene commesso spesso dalle stesse persone che tentiamo di coinvolgere e che a volte – non raramente – si schermiscono per l’invito, segnalando la propria impreparazione di fronte ai temi proposti oppure chiedendo con insistenza cosa sta dietro un progetto che di politica vuole parlare. In entrambi i casi la sensazione è quella di una distanza tenuta e costante, riscontrabile soprattutto nei priù giovani (i trentenni e quarantenni), apparentemente poco disponibili a rinnovare la fiducia alla politica o addirittura assumersi responsabilità in prima persona.

Il chi abbiamo incontrato spesso coinciderà con il cosa siamo riusciti a raccogliere. Con Gianluca Taraborelli ci si conosce da tempo e lo spazio condiviso è stato quello dell’organizzazione di concerti, appuntamenti che si immaginavano utili a rendere più viva e ricca l’offerta culturale cittadina. Musicista poliedrico sotto il nome di Johnny Mox (da una sua idea è nato l’interessante progetto/viaggio/ricerca/campagna Stregoni | http://www.ildolomiti.it/blog/anansi/oltre-800-stregoni-parlare-di-immigrazione-intervista-johnny-mox) nella sua vita normale fa il giornalista – moderno Clark Kent – e da questo osservatorio privilegiato pone lo sguardo sulle differenze tra il Trentino e il resto, riconoscendone tutte le contraddizioni. Il suo è il punto di vista di un padre quarantenne che continua a “vivere in una terra di mezzo” e lo fa “percependo il cambiamento, tendenzialmente in peggio”. Incontra spesso le comunità trentine (a funerali, feste, eventi sportivi) e ne riconosce la forza – anche numerica – ponendosi la domanda se queste dimensioni collettive siano reali o solo autocelebrative, e ancorate al potere.
Alle comunità guarda anche Valentina Sega, da studiosa e da cittadina appassionata. Quelle comunità capaci di gesti capaci di riconciliarci con il loro ruolo mutualistico e coesivo (come quello che ci ha raccontato e di cui è stata protagonista | http://www.ildolomiti.it/cronaca/addio-rawda-il-tuo-tragico-viaggio-ci-ha-reso-una-comunita-migliore-raccolti-11-mila-euro) e allo stesso tempo essere il naturale brodo di coltura di fenomeni non rari di violenza e rinserramento. Come far fronte a questa contraddizione, costitutiva dello stare insieme? Maurizio Napolitano – ricercatore frenetico che di raccolta e utilizzo dei big data e di mappe condivise e collaborative – crede sarebbe fondamentale un investimento in resilienza, in capacità di saper stare nelle trasformazioni senza subirle, e pensa che forse potrebbe essere salutare anche una “mattonata”, per essere chiamati a ripartire da una sconfitta e decidere di concorrere con i migliori, non accontentandosi dei risultati già raggiunti.

Cosa portano i giovani alla politica? “Niente”, come ci dice Gianluca? Oppure forse la vera questione è quella di capire in che maniera riconoscere le “linee di faglia che non riusciamo a vedere” e come “far emergere energie che rimangono largamente sommerse”. Sullo sfondo però rimane un tema ancora più generale e che riguarda l’intero ecosistema trentino. Lo mette in risalto Maurizio Napolitano che fa riferimento alla storia esemplare dell’Irst (oggi Fbk), segnalando che a fronte di intuizioni importanti – nel campo della ricerca e non solo – il problema sta nel non essere ancora riusciti a far “toccare terra” per intero alle opportunità che tali scelte politiche hanno fatto emergere nel corso degli ultimi trent’anni.

*Appunti

Uno spazio piccolo può essere un’arma a doppio taglio.
Può essere esercitato un forte controllo sociale.
Il gioco della reputazione può andare molto bene o molto male.
Il rischio è di auto-conformarsi a un “culto delle regole” fini a se stesse.
Cresce il timore di muovere il primo passo per mancanza di un terreno fertile.

[Taraborelli]

Contraddizione nel rapporto con Alto-Adige.
Il 60% delle immagini su Instagram con hashtag Trentino sono in relatà altoatesine.
A nord si lavora su recupero tradizioni, vacanza attiva, cammino.
I contributi da intendersi come incentivi a questa trasformazione.

[Napolitano]

Se scegliamo “confini ancora più alti”, gli sguardi rischiano di essere ancora più superficiali.
Irst – In partenza intesa come “astronave in un paesino”. Intuizione di Bruno Kessler non è riuscita ancora davvero a toccare terra, a generare impatto.

Amministrazione trentina è 1° in Italia, ma 27° in Europa.
“Bisogna guardare ai migliori”

“Forse servirebbe una mattonata”. “Quando perdi – come nello sport – riesci a capire come reagire”. Crescere in resilienza, anti-fragilità.

[Taraborelli]

Dal punto di vista personale mi sento di “vivere costantemente in una terra di mezzo”. “Percepisco il cambiamento, tendenzialmente in peggio”.

“Nella mia esperienza da giornalista ho incrociato il Trentino attraverso alcune questioni specifiche: il rapporto degli agricoltori con l’orso, le chiese e i funerali, le fiere.”

Congresso del PATT.
“Idee nuove per una cosa vecchissima: la carega”
“Giovani non portano nulla alla causa politica”

“La comunità c’è” – Esempio la folla di persone presenti, infrasettimanale, alla Festa del Perdono a San Romedio. Un mix di lealtà e meschinità (cresciuta a dismisura).

[Sega]

Sguardo incrociato tra tesi (Avio, quale relazione con territorio?) e lavoro.

Storia che mi ha colpito quella di donna migrante morta in stazione, investita da un treno.
Scavando nella comunità si attivano realtà diverse e interessanti, e in una settimana vengono raccolte 10.000 Euro.
– Come mettere in moto energie sommerse?

Siamo di fronte a comunità forti o autocelebrative?
Autonomia è responsabilità, viene usato spesso come slogan per dire cosa siamo (o dovremmo?) essere. Orgoglio sta nella “coscienza di luogo”?