Categoria: Itinerari

Questione Meridionale - foto di Mauro Arnese

Questione meridionale o pensiero meridiano?

Interrogativi e riflessioni intorno al viaggio nelle “terre dell’osso” (maggio – giugno 2018)
di Michele Nardelli
(foto di Mauro Arnese)

Nel corso del viaggio nelle “terre dell’osso”[1] si è fatta largo nei miei (nostri) pensieri una domanda che è divenuta ancor più assillante dopo essere ritornati nelle asprezze di un profondo nord dove la natura non si può certo dire sia meno ostile rispetto a quella che abbiamo attraversato nel nostro itinerario fra Sannio, Irpinia e Lucania.
La domanda è la seguente: esiste (ed è mai esistita) una questione meridionale?

Voci e sguardi fuori campo

Viaggio nelle terre dell’osso
di Micaela Bertoldi
30 maggio- 3 giugno 2018

Terre alte del Mezzogiorno
– Dove si situano queste terre che ci fanno sentire simili, dato che sappiamo di appartenere alle Terre alte dell’arco alpino?- mi domando.
Andremo alla riscoperta di fratellanze montagnarde, dovute a secoli di vite solitarie in paesi di montagna, assai diversi per forma e condizioni, lingue, usanze e cultura.
– Forse è meglio ripescare nei libri di scuola qualche notizia: per avere consapevolezza delle distanze – nel tempo e nella geografia – in modo da poter entrare in punta di piedi in luoghi degni di ogni reverente attenzione.[1]

Nelle “terre dell’osso”. Alla ricerca di suoni che diano speranza al Mezzogiorno

«…Eppure, vedete, restano le terre ma mancano i cristiani.
E mancando i cristiani non c’è chi le difende, e c’è invece chi ne approfitta.
Non c’è palmo di terra netta. Dove c’è una pala a vento, dove un’antenna, dove una colonna di filo per luce. E questi sono i suoni che si levano al vento. Né canti a stesa, né grida di mezzogiorno. Ronzio di campo di elettricità e reti di ferro. Solo cristiani non se ne vedono, ed essendo pochi a crescerci il grano, vogliono mandarci le immondizie degli altri. E di questo piano ventoso fare una fossa e riempirla di tutto il rifiuto di gente lontana, che maggiore è di numero, e tanti più voti e Contributo può muovere. …

Conversazione aperta

Care e cari,
facendo seguito all’itinerario catalano del nostro “Viaggio nella solitudine della politica” abbiamo pensato a quale avrebbe potuto essere il modo più interessante per una restituzione di quanto abbiamo ascoltato e compreso nelle giornate trascorse a Barcellona e al tempo a come sintonizzare tutto questo con il nostro contesto autonomistico ed in particolare con il concludersi del lavoro della Consulta trentina e della Convenzione Altoatesina/Sudtirolese sul “Terzo Statuto”.
Così ci è sembrato utile proporre una mattinata di conversazione che si svolgerà sabato prossimo 21 aprile presso l’antico Borgo Monastero di Sant’Anna, nell’omonima località non lontana da Sopramonte (Trento).

Dalla Catalunya al Trentino. Indipendenza e autonomia. Federalismo europeo. Sovranità da condividere e un pugno che deve farsi carezza.

Abbiamo deciso di intraprendere un viaggio dentro la crisi politica catalana dopo esserci chiesti – a metà dicembre scorso – quale potesse essere il ruolo dell’Autonomia nella delicata fase che sta vivendo l’Europa. Siamo arrivati a Barcellona mentre sei indipendentisti catalani entravano in carcere o erano costretti all’esilio. Sulla via del ritorno abbiamo appreso che Carles Puigdemont era in stato di arresto e si andavano formando le prime manifestazioni di solidarietà e protesta nelle piazze catalane.
Questo il contesto nel quale ci siamo mossi, tra incontri con partiti politici e conversazioni con soggetti sociali e culturali. Un contesto che, visto lo spropositato utilizzo della carcerazione preventiva da parte dello Stato spagnolo, rischia di veder chiudersi ogni possibilità di dialogo politico, favorendo una maggiore polarizzazione delle posizioni in campo e attivando una crescente radicalizzazione dei metodi di lotta da un lato e di tentativo di reprimerli dall’altro.